Fotografia di:
Woodmonkey/Visit Antwerpen
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La città
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Se chiedete ad un abitante di Anversa di raccontarvi qualcosa della sua città, vi offrirà una Bolleke (così chiamata la De Koninck, una birra di Anversa) e vi parlerà pieno di orgoglio della magnifica cattedrale, delle piacevoli passeggiate lungo il fiume e del grande maestro di pittura Rubens. Gli abitanti di Anversa sono noti per essere fieri della loro città e a buon diritto. Il porto, in continua espansione, ha importato costantemente da secoli i più diversi influssi. Non arrivano solo spezie esotiche sulle banchine ma anche sempre più intellettuali hanno trovato la propria strada verso la prospera Anversa, che hanno arricchito delle loro idee e delle loro creazioni.
Non desta meraviglia che una città così in movimento, sia terreno di coltura per gli spiriti illuminati e i leader mondiali. Sicuramente illuminato, anche se di natura dispotica, era Napoleone, che acquistò nel 1812 il Palazzo Reale sul Meir per elaborare in tutta calma le sue strategie per la guerra contro la Gran Bretagna. Sembra che i grandi della terra abbiano perso facilmente il cuore per Anversa, dato che anche lo zar russo Pietro il Grande si sentì come a casa nella città, in cui rimase a lungo per acquisire conoscenze sulla fabbricazione delle navi.
Nei secoli scorsi Anversa era anche un polo d’attrazione per i talenti artistici. Albrecht Dürer, noto per i suoi dipinti, le sue incisioni e le sue xilografie, soggiornò volentieri sulle rive della Schelda e anche Mozart si fece notare nella Città dei dolci (Anversa), quando, durante il suo ’Grand Tour’ per l’Europa, tenne un concerto suonando l’organo nella Onze-Lieve-Vrouwekathedraal.
Già nel quindicesimo e nel sedicesimo secolo Anversa era una città dal carattere internazionale, che acquisì fama ben oltre i confini nazionali, grazie al suo fiorente commercio artistico e naturalmente grazie al suo porto in continuo sviluppo, che rese la città un punto di attrazione economico. Negli anni d’oro Anversa era la New York di oggi, una città mondiale.
Non desta meraviglia che una città così in movimento, sia terreno di coltura per gli spiriti illuminati e i leader mondiali. Sicuramente illuminato, anche se di natura dispotica, era Napoleone, che acquistò nel 1812 il Palazzo Reale sul Meir per elaborare in tutta calma le sue strategie per la guerra contro la Gran Bretagna. Sembra che i grandi della terra abbiano perso facilmente il cuore per Anversa, dato che anche lo zar russo Pietro il Grande si sentì come a casa nella città, in cui rimase a lungo per acquisire conoscenze sulla fabbricazione delle navi.
Nei secoli scorsi Anversa era anche un polo d’attrazione per i talenti artistici. Albrecht Dürer, noto per i suoi dipinti, le sue incisioni e le sue xilografie, soggiornò volentieri sulle rive della Schelda e anche Mozart si fece notare nella Città dei dolci (Anversa), quando, durante il suo ’Grand Tour’ per l’Europa, tenne un concerto suonando l’organo nella Onze-Lieve-Vrouwekathedraal.
Già nel quindicesimo e nel sedicesimo secolo Anversa era una città dal carattere internazionale, che acquisì fama ben oltre i confini nazionali, grazie al suo fiorente commercio artistico e naturalmente grazie al suo porto in continuo sviluppo, che rese la città un punto di attrazione economico. Negli anni d’oro Anversa era la New York di oggi, una città mondiale.